lunedì 28 agosto 2023

Il marketing della paura

Ultimamente mi è capitato di imbattermi sui social in delle inserzioni sponsorizzate, niente di nuovo sicuramente, si tratta di prodotti in buona parte già visti in passato; è merce destinata alla fascia "genitori di bimbi piccoli" o anche "genitori in attesa", ed hanno tutti un comune denominatore: la preoccupazione per la salute del proprio bambino.

Beh che scoperta!, di solito gran parte dei genitori è proprio mossa dalla volontà di proteggere l'incolumità e la salute dei propri figli, quindi nulla di strano. Però, ad una lettura un minimo più attenta, non posso fare a meno di notare lo stile comunicativo degli annunci che mi compaiono sullo smartphone, e l'enfasi che viene data a particolari aspetti.

 

Il "marketing della paura" inizia dalla gravidanza



Fin dall'attesa, i futuri genitori sono target "facili" per le aziende di articoli di puericultura e prima infanzia: la madre in particolare è più sensibile alla preparazione, anche solo mentale, del "nido", senza considerare il fatto che già la gravidanza di per sè è una condizione nel tempo colonizzata da tutto un comparto di prodotti ad hoc (creme, cuscini, abbigliamento etc), dove molto poi influisce il passaparola, o il sentito dire.

Se avete letto "Bebè a costo zero"

martedì 21 febbraio 2023

Come tazze traboccanti: le mamme e i social

E' da un po' che provo una strana sensazione di disagio mentre sono sui social per lavoro. Ne voglio parlare qui, in questo spazio protetto che rimane il blog della coccinella: ho più tempo e sicuramente più caratteri a disposizione, e pazienza per numeri e algoritmi. Respiro.
 
La quantità di contenuti e più in generale di informazioni sui social ha, non ti sto raccontando nulla di nuovo, dell'incredibile: in ogni momento, ogni luogo, a ciclo continuo, immagini e video ci mostrano e dicono cose, spiegandoci e magari insegnandoci fatti, realtà che non conoscevamo, o che, chissà, conoscevamo già ma forse non troppo. 
 
Ho scritto che la "strana sensazione di disagio" incombe mentre sono sui social per lavoro, quindi nel momento in cui mi muovo tra profili e hastag come educatrice perinatale.
Ma sarò più precisa: ho notato quand'è che esattamente erompe il mio malessere, e cioè quando mi pongo su Instagram o Facebook (Tik Tok per ora ne voglio fare a meno!) esclusivamente come fruitrice di contenuti. Reel su reel, dirette, storie ricche di informazioni utili che sarà bene salvarmi o condividere! Contenuti aggiornati e presentati in maniera accattivante, in modo che restino impressi nella mente di chi guarda. La mia percezione: un vero e proprio tsunami di informazioni, dove non perdersi risulta difficile.

 

 

giovedì 8 settembre 2022

Il rebozo, a modo mio: "Rebozati, mamma!"

E' passato qualche anno, con inframezzo pandemico, da quando ho chiuso il percorso formativo con il Mipa Centro Studi. Precisamente, era il 2019. Sfortunatamente, per tanti e vari motivi, ad oggi non sono ancora riuscita a concretizzare come desideravo i molti e densi contenuti e spunti appresi... Piano piano, però, sto riprendendo a curare e costruire laddove mi ero interrotta.

 

Formazione rebozo Mipa

In questi ultimi anni la voce di Alice in particolare mi risuonava costantemente nelle orecchie: "Ma perchè non riprendi(amo) con gli incontri del Cerchio? E col rebozo?" e così via. E io, che in certi momenti sono proprio pesante e inamovibile: "Si... Lo farò... Vedrò..." etc. 

Doveva forse arrivare la gravidanza di Alice, appunto,

mercoledì 18 maggio 2022

"Piacere, babywearing!": il nostro per-corso on line per chi si avvicina al portare

 

Finalmente con l'allentarsi della morsa del Covid, le attività, in ogni settore, stanno ritornando nella cara, vecchia modalità in presenza: dall'intrattenimento alla cultura, a poco a poco pare che le remore e le preoccupazioni alle interazioni dal vivo stiano svanendo. Era ora!

Come molte colleghe, anche io sto cercando di "recuperare il tempo perduto" (perdonami per questa espressione decisamente falsa e irritante, ma ecco, in effetti questo è l'atteggiamento che colgo guardandomi in giro), naturalmente a modo mio, con i miei tempi bradiposi e poco performanti! Mi sto dando all'organizzazione di laboratori, workshop, incontri divulgativi, corsi di gruppo, insomma, tutte attività che prevedano un certo assembramento! (ti ricordi come risuonava spesso questa parola durante i lockdown?

 


Man mano, fortunatamente,

mercoledì 6 aprile 2022

Portare fronte mondo si/no: parliamone!

Fin da quando ho mosso i primi passi nel mondo del babywearing ci sono state delle costanti, degli argomenti che sono rimasti pressochè invariati col passare degli anni, uno di questi è sicuramente l'atteggiamento negativo verso la posizione "fronte mondo", o "fronte strada" che dir si voglia.

La comunità di mamme e consulenti babywearing, che man mano aumentavano sempre più di numero, era unanime: questa posizione, che vede il bambino messo in fascia/marsupio con il viso rivolto verso l'esterno, e non verso il genitore ("cuore a cuore" o pancia a pancia), non è ottimale per lo sviluppo del bebè, oltre ad essere poco salutare per la schiena di chi porta.
Preferibile senz'altro scegliere altre posizioni, magari sul fianco o sulla schiena laddove il pancia a pancia non era/non era più un'opzione valutabile.
 
 
Antonella, collega consulente e amica, con la piccola Carla fronte mondo!

 
Ma perchè? 
 
Il "divieto" era
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